lunedì, gennaio 26, 2015

carnevale

Arlecchino

 Maschera bergamasca, nel teatro di metà '500 rappresentava il servo apparentemente sciocco, ma in realtà pieno di buon sensoe furbo.
Sempre indebitato, si adatta ad ogni situazione ed è disposto a servire chiunque, pur di ricavarne vantaggi.
Il nome si fa derivare da Hellequin, tipo comico del diavolo nelle rappresentazioni medievali francesi.

La Storia di ARLECCHINO

Con un saltello ed un inchino
eccomi a voi sono Arlecchino.
Son tra le maschere di Carnevale
la più festosa, la più geniale.
Il mio vestito? Fu una sorpresa,
lo cucì la mamma con poca spesa
perchè potessi ben figurare
al gran ballo di Carnevale.
So far scherzetti, son biricchino,
rido alla vita come un bambino.
Saluto tutti anche a distanza
con un leggero passo di danza.

 L. Maraldi.



 Arlecchino era un bambino orfano di padre che viveva da solo con la sua mamma. 
Erano  molto poveri. 
In occasione del Carnevale, la maestra decise di dare una festa in classe, invitando i bambini a vestirsi in maschera. 
Tutti fecero fare degli abiti alle loro mamme ed anche Arlecchino avrebbe voluto un vestito, ma sapeva che la sua mamma era così povera da non potersi permettere di acquistare la stoffa. Le mamme dei suoi compagni di classe, conoscendo la sua triste storia, decisero di regalargli gli avanzi delle stoffe da loro usate per realizzare i costumi dei figli, così la mamma di Arlecchino potè realizzare il vestito che tutti noi oggi conosciamo, un costume che, effettivamente, sembra fatto al patchwork con vecchi ritagli di stoffa.
Nel giorno di Martedì Grasso, ultimo giorno di Carnevale, in occasione della festa a scuola, il costume di Arlecchino ottenne un grandissimo successo, anche perché era il più originale!
 
IL VESTITO DI ARLECCHINO      

Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un'altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
"Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l'altro bolletta!"

Gianni Rodari

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