Un po' di storia:
La gola o passo del Furlo è una gola situata lungo il tracciato originario della via Flaminia, nel tratto in cui questa costeggia il fiume Candigliano affluente del Metauro nella provincia di Pesaro-Urbino.
Per consentire un più agevole passaggio di persone e veicoli, fu fatta scavare, dall'imperatore Vespasiano, una galleria nel punto più stretto della gola che fu detta "petra pertusa" o "forulum" (piccolo foro), da cui "Furlo".
Di qui passò l'imperatore romano Onorio nel 404, dopo la vittoria sui Visigoti di Alarico, per recarsi al trionfo di Roma. Vitige nel 538, in piena guerra gotica, fortificò il passo, fece chiudere i due accessi alla galleria e vi pose un presidio di 400 Ostrogoti, che furono poi vinti dai soldati di Belisario facendo precipitare dall'alto grossi macigni. In seguito occupato da Totila, fu potentemente fortificato, ma nel 553 lo conquistò Narsete. Tra il 570 e 578, il passo venne preso dai Longobardi che ne distrussero le fortificazioni.
Nei secoli seguenti pare che la via Flaminia fosse stata quasi abbandonata: vi passarono nel 1502 Lucrezia Borgia recandosi a Ferrara e nel 1506, con difficoltà, Giulio II che andava all’impresa di Bologna. Ancora nel principio del ‘700 il transito era difficile e pericoloso, e solo nel 1776 il passo e la strada vennero riattati. Tra il 23 maggio e il 12 giugno 1849 i soldati della Repubblica Romana, comandati dal colonnello L. Pianciani, opposero resistenza all’esercito austriaco.
Durante la seconda guerra mondiale, il Furlo visse momenti di tensione, ma non fu teatro di feroci scontri. Gli anni settanta furono invece anni devastanti, soprattutto per il paesaggio, rovinato dall’attività delle cave di pietra.
Negli anni trenta la Guardia Forestale locale, con un'opera di scavi e costruzione di muretti, riprodusse sulle pendici del monte Pietralata, a ridosso della gola, il profilo del Duce. Un omaggio in onore di Benito Mussolini che attraversava spesso la gola nei suoi spostamenti tra Roma e il nord Italia. Il monumento, che fu minato e distrutto dai partigiani durante la guerra, ai giorni nostri è soltanto parzialmente riconoscibile.
(da Wikipedia)
Proseguendo lungo la via Flaminia, dopo pochissimi chilometri, si giunge all'abbazia di San Vincenzo di Petra Pertusa (Furlo).
Scoprirla è stato una vera, piacevole sorpresa.
Un po' di storia:
San Vincenzo di petra pertusa (PU) |
sulla riva sinistra del fiume Candigliano, lungo la Flaminia a tre chilometri da Acqualagna, dedicata a San Vincenzo Vescovo di Bevagna, le cui spoglie furono qui traslate per proteggerle dall'invasione longobarda.
Quel che rimane oggi dell´antico monastero è la chiesa, in stile romanico, riedificata nel 1271.
navata |
3 commenti:
gran bei posti ancora un poco fuori dai circuiti
voglia di gita!!!!
Bello lo sfondo, ma io userei un coloro più delicato per la base dei post e la ridurrei un po' così si può gustare di più il tramonto sul mare
Bel posto e pure fresco!
Posta un commento