Oboe sommerso
Avara pena, tarda il tuo dono
in questa mia ora
di sospirati abbandoni.
Un oboe gelido risillaba
gioia di foglie perenni,
non mie, e smemora;
In me si fa sera:
l'acqua tramonta
sulle mie mani erbose.
Ali oscillano in fioco cielo,
labili: il cuore trasmigra
ed io son gerbido,
e i giorni una maceria.
(Salvatore Quasimodo)
2 commenti:
gerbido, me lo sono andata a guardare, termine mai sentito. Anche questa poesia non la conoscevo: bella, ma molto triste
Anch'io sono andata a guardare, anch'io non l'avevo mai sentito. Sì, molto, molto bella!
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