domenica, gennaio 27, 2013

tu passerai per il camino...



"Tu passerai per il camino" era la minaccia che quotidianamente i kapo' rivolgevano ai deportati del campo di  Mauthausen, era un'esplicita e crudele promessa, era il terribile riferimento ai forni crematori.
"Tu passerai per il camino" è il titolo del libro scritto da Vincenzo Pappalettera che era uno studente di venticinque anni quando fu deportato.
Vent'anni dopo la liberazione ha raccontato in questo libro l'orrore di quei giorni.
Per chi è morto, per i molti che non sanno e i troppi che non vogliono sapere, per gli increduli in buona e mala fede e per le generazioni future.


La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.

(Henry Scott Holland)

2 commenti:

Soffio ha detto...

bel post nella giornata giusta. anch'io scrivo su questo giorno

Anna-Marina ha detto...

Ecco, non piangere! E invece questi versi mi hanno commossa!