domenica, gennaio 03, 2010

LA LEGGENDA DEL NODO D’AMORE

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(Borghetto sul Mincio) (foto dal web)

Siamo sul finire del 1300, il fiume Mincio scorre placido fra dolci colline e verdi campagne. Le guerre si susseguono in continuazione e il signore di Milano, Giangaleazzo Visconti si apposta con le sue truppe sulle sponde del fiume. I soldati approntano l’accampamento e scende la sera. Il buffone Gonnella al loro seguito si era informato delle leggende che circolavano tra la gente dei borghi vicini e intrattiene la truppa davanti ad un grande falò. Il fiume si dice popolato di splendide ninfe che di notte escono dal fiume per danzare allegramente sulle rive, ma una maledizione le aveva condannate a trasformarsi in orride streghe. Ecco che durante la notte le ninfe divenute streghe escono e iniziano a ballare tra i soldati addormentati; il capitano Malco però si sveglia e va loro incontro. Le streghe se ne avvedono e fuggono, ma il capitano ne insegue e raggiunge una; questa strega si dimena e perde il mantello che indossa rivelando subito le fattezze di una splendida ninfa. Il capitano ne rimane ammaliato e durante la notte tra i due nasce l’amore; si giurano eterna fedeltà. Il sole sta per sorgere e la ninfa di nome Silvia deve tornare nel fiume, dona allora a Malco un fazzoletto teneramente annodato come pegno d’amore. Il giorno dopo all’accampamento ci sono intrattenimenti e balli per il signore di Milano e Malco riconosce tra le danzatrici Silvia che per amor suo si era spinta tra gli uomini. Gli sguardi che si scambiano ingelosiscono Isabella, nobile dama che ambisce al capitano, la quale denuncia Silvia come strega. Le guardie intervengono per arrestarla, ma Malco si frappone e permette a Silvia di scappare. Malco viene imprigionato e la sera Isabella gli fa visita in cella dove chiede il suo perdono. In quel momento compare anche Silvia per salvare l’amato e gli propone l’unica via di fuga possibile: non sulla terra, ma nelle acque del fiume! Senza esitazione Malco accetta e si dirigono al Mincio. Poco dopo anche il signore di Milano giunge presso le rive del fiume, ma trova solamente sulla riva il fazzoletto di seta dorata annodato dai due amanti per sigillare il loro eterno amore. Ancor oggi si ricorda la storia dei due innamorati tirando una pasta sottile come la seta, annodata come il fazzoletto dorato e farcita di un delicato ripieno, altrimenti detto “tortellino”!.
http://www.tinyplace.org/tinyblog/postpics/tortellini.jpg

2 commenti:

Anna-Marina ha detto...

Ma guarda tu! Io sapevo che un cuoco aveva creato il tortellino pensando all'ombelico delle donne.

Luigina ha detto...

Che bella questa leggenda! Grazie Trillina per avermela fatta conoscere. Buon 2010!