L'assenza |
Un bacio. Ed è lungi. Dispare |
giù in fondo, là dove si perde |
la strada boschiva, che pare |
un gran corridoio nel verde. |
Risalgo qui dove dianzi |
vestiva il bell'abito grigio: |
rivedo l'uncino, i romanzi |
ed ogni sottile vestigio... |
Mi piego al balcone. Abbandono |
la gota sopra la ringhiera. |
E non sono triste. Non sono |
più triste. Ritorna stasera. |
E intorno declina l'estate. |
E sopra un geranio vermiglio, |
fremendo le ali caudate |
si libra un enorme Papilio... |
L'azzurro infinito del giorno |
è come seta ben tesa; |
ma sulla serena distesa |
la luna già pensa al ritorno. |
Lo stagno risplende. Si tace |
la rana. Ma guizza un bagliore |
d'acceso smeraldo, di brace |
azzurra: il martin pescatore... |
E non son triste. Ma sono |
stupito se guardo il giardino... |
stupito di che? non mi sono |
sentito mai tanto bambino... |
Stupito di che? Delle cose. |
I fiori mi paiono strani: |
Ci sono pur sempre le rose, |
ci sono pur sempre i gerani. |
martedì, novembre 17, 2009
la poesia del martedì
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