martedì, settembre 29, 2009

la poesia dl martedì

... e l'ore... l'ore non passavano mai

Ero fanciullo, andavo a scuola: e un giorno

dissi a me stesso: -Non ci voglio andare-

E non ci andai. Mi misi a passeggiare

solo soletto, fino a mezzogiorno.


E così spesso a scuola non andai

che qualche volta da quel triste giorno.

Io passeggiavo fino a mezzogiorno

e l'ore... l'ore non passavan mai.


Il rimorso tenea tutto il mio cuore

in quella triste libertà perduto,

e l'ansia mi prendea d'esser veduto

dal signor Monti, dal signor dottore.


Pensavo alla mia classe, al posto vuoto,

al registro, all'appello (oh, il nome, il nome

mio nel silenzio!) e mi sentivo come

proteso nell'abisso dell'ignoto...


Infine io mi spingea fino ai giardini

od ai viali fuori di città;

e mi chiedevo: -Adesso chi sarà?

interrogato, Poggi o Poggiolini?


E fra me ripetevo qualche brano

di storia (Berengario... Carlo Magno...

Rosmunda...) ed era la mia voce un lagno

ritmico, un suono quasi non umano...


E quante, quante volte domandai

l'ora a un passante frettoloso; ed era

nella richiesta mia tanta preghiera!

Ma l'ore... l'ore non passavan mai!

(Marino Moretti)

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