domenica, dicembre 04, 2016

l'altra nonna

La nonna Mariannina, mamma della mia mamma, é sempre stata "l'altra nonna", non per meno amore nei suoi confronti, ma perché le vacanze estive, unico momento dell'anno in cui li vedevamo, si trascorrevano a casa dei nonni paterni.
La nonna Mariannina era una dolce e tenera nonna.
Sempre vestita di nero, con bianchi capelli ondulati come quelli della mia mamma e come i miei.
Ogni anno, con la mamma ed i miei fratelli ci si recava nel paesino dove la nonna trascorreva il periodo estivo ospite di un suo caro cugino a lei affezionato come ad una mamma e che, gentilmente e generosamente, ci ospitava tutti e quattro. Papà, che non amava la confusione, restava con i suoi genitori.
Era una settimana di scorribande perché le briglie tirate di papà erano allentate dalla sua assenza e poi la grande casa che ci ospitava sorgeva nel bel mezzo della campagna, circondata da un vigneto rigoglioso, ricchissimo di grappoli d'uva nera con chicchi enormi.
C'erano aranci, limoni, palme e palme nane, oleandri con fiori di tutti i colori... L'interno della casa era fresco, le finestre erano sempre spalancate e, quando c'era un po' di vento e si formava una corrente fresca e ristoratrice, le bianche tende volavano come ali di farfalle.
Nei miei ricordi vedo quei luoghi come oasi di terre lontane.
Nella villa vivevano tre ragazzi più o meno nostri coetanei. Erano figli dei proprietari e, in qualche modo, nostri parenti. Noi per affetto li avevamo eletti al grado di cugini.
Con loro erano corse, risate, nascondino, panini, uva, sole, luce, gioia di vivere.
E la nonna? Silenziosa presenza, ci passava vicino nei rari momenti in cui eravamo fermi e ci faceva una carezza, ci dava un bacio.
Quando eravamo in giro a correre come falene impazzite, si godeva la presenza della figlia e con lei ricordava il tempo passato e le persone che non c'erano più.
Alle volte noi bambine giocavamo con le bambole: Signora di qua, Signora di là..., e si vestivano e svestivano le povere bambole in continuazione chiaccherando in una buffa imitazione delle vere signore.
Un pomeriggio decidemmo che dovevamo battezzarle, preparare gli inviti, offrire bibite e dolci.
Quindi carta e penna e ...voilà gli inviti erano pronti.
Ora i dolci.
 In casa ce n'erano sempre, bastava aprire la credenza e sicuramente si trovavano mustazzola (biscotti di farina impastata con il mosto), cannilicchi (biscotti con fichi secchi), pignolata.
Tutto bene quindi, ma ... nessuno voleva fare il sacerdote . Ognuna aveva la sua bambola e nessuno voleva rinunciare alla sua "maternità" e, quando ormai quasi quasi finiva in un  litigio, ecco comparire la nonna con la sua lunga veste nera e sopra una corta camicia da notte bianca che imitava la veste del sacerdote.
Si era munita di un secchiello pieno d'acqua e di un cucchiaio e con essi ci benediceva bagnandoci tutte, tra risate e gridolini.
Tutto questo ridere ci aveva fatto venire un appetito da lupi, come solo i bambini possono avere; poco più in là, le due mamme, ormai coinvolte e molto divertite, avevano preparato una tavola imbandita con tutti i dolci della casa.
La nonna Mariannina! Che dolce signora, che donna forte e mite nello stesso tempo e quanto ha sofferto lungo la sua vita. Le ho voluto molto bene.


PIGNOLATA
dal web

 
150 grammi di miele,
500 grammi di farina,
200 grammi di zucchero,
6 uova,
olio di semi per friggere,
zuccherini colorati, scorza di limome

impasto:
unite farina, tuorli, 100 grammi di zucchero e la scorza di limone grattuggiata (se il composto dovesse risultare un po’ duro, è possibile aggiungere dell’olio d’oliva). Non è necessario attendere: la pasta così ottenuta può essere subito lavorata in listarelle, quindi in tocchettini, infine in palline.

frittura:
le palline vanno dorate in olio bollente e asciugate con carta assorbente. In un’altra padella capiente è necessario sciogliere il rimanente zucchero con dell’acqua, aggiungere il miele e attendere fino a quando l’acqua non sarà del tutto evaporata.
A questo punto le palline fritte vanno versate nella padella con il miele e mescolate per qualche minuto a fiamma bassa.
Ultimo passaggio: versare il tutto su una superficie di marmo, creando collinette da decorare con gli zuccherini colorati e aggiungendo, a piacimento, delle mandorle tostate.

1 commento:

Anna-Marina ha detto...

Ricordo la nonna vestita da "prete" e le nostre risate piene di stupore al suo apparire e poi una tavola in mezzo al verde ricca di dolci....tutto il resto se l'è rubato l'oblio. Continua a scrivere che ricostruiamo e teniamo vivo il nostro passato. Ti bacio!