Gli assomigliava molto sia fisicamente che caratterialmente, papà aveva per lui una vera venerazione. Raramente ho trovato in altri lo stesso amore, rispetto e condivisione per i temi della vita come in mio padre per suo padre.
Incredibilmente il mio rapporto con il nonno era lo stesso che avevo con papà: amore e rispetto, desiderio di dimostrazioni d'affetto e soggezione, per cui i miei ricordi sono molto penalizzati dalla mancanza di una vera relazione.
Per diversi anni abbiamo trascorso le vacanze estive a casa dei nonni paterni, ma del nonno Alberto non ricordo molto. Solo dei flash, immagini di una persona anziana, un po' ingobbito, sempre severo , sempre in polemica con la nonna.
Ricordo le interminabili partite a carte con mio padre e i suoi fratelli. Pomeriggi estivi trascorsi seduti all'ombra sotto il limone, facendo di una partita a scopa o a scopone una cosa seria con discussioni, analisi delle giocate e così via, mentre noi bambini sciamavamo ridendo e gridando felici della libertà che l'estate ci offriva.
Lo ricordo più giovane, ancora in grado di muoversi da solo. La mattina si alzava presto, prendeva la corriera e andava a Trapani per sbrigare chissà quali incombenze. Prima di pranzo tornava fischiettando un motivetto che noi nipoti conoscevamo bene. Lo sentivamo ancora prima di vederlo svoltare dall'angolo più lontano e gli correvano incontro sicuri delle caramelle che ci avrebbe regalato. Infatti, eccolo infilare la mano in tasca e tirar fuori una manciata di caramelle, merce rara allora.
Questo era il nonno Alberto: un uomo di una rara dirittura morale che, malgrado il suo modesto lavoro di calzolaio, ha saputo educare rigorosamente i suoi figli e che, attraverso loro, ha lasciato un'impronta che è giunta fino a noi.
Pasta alla Norma
360 gr. di penne rigate o maccheroni
600 gr. di pomodori perini
1 grossa melanzana
ricotta salata da grattuggiare
basilico
1 spicchio d’aglioolio extra vergine di oliva
Tagliate la melanzana a fette spesse 1 cm e disponetele a strati in uno scolapasta con un po’ di sale. Lasciatele per un’ora, con un peso sopra, a spurgare l’acqua di vegetazione.
Preparate la salsa passando i pomodori nel passatutto. Dopodiché mettete l’aglio in una casseruola con un po’ d’olio d’oliva extravergine e lasciatelo imbiondire. Aggiungete la passata di pomodoro, qualche foglia di basilico, un po’ di sale e lasciate cuocere per circa 15 minuti.
Friggete le fette di melanzane in abbondante olio e poi asciugate l’olio in eccesso con della carta assorbente.
Tenete 4 fette intere per decorare i piatti, le altre tagliatele a listarelle e passatele nella casseruola della salsa di pomodoro.
A questo punto mettete a cuocere la pasta, una volta cotta scolatela e ripassatela per pochi secondi nella casseruole della salsa.
Versate la pasta nei piatti, mettete sopra la fetta di melanzana intera e spolverate con abbondante ricotta salata grattuggiata.
3 commenti:
Il ricordo del nonno Alberto è molto simile a quello che ho del mio, il nonno Vito suo figlio, anch'io ricordo il suo fischio, ma ricordo anche le coccole e il timore che incuteva...
Lo ricordo molto anziano, al mattino seduto all'ombra dell'ibuscus, davanti la porta di casa con i piedi poggiati sulla seggiolino dove stavo io, al pomeriggio sul marciapiede di fronte perché l'ombra si era spostata e io sempre lì, sulla seggiolina di legno. E lui mi insegnava le filastrocche in siciliano che ancora ricordo. "luna luna Santa luna....zugu zugu mulineddu..." Che bello ricordare!
L
L'ibuscus è un'antica pianta ormai scomparsa, ma egregiamente sostituita dall'ibiscus...ahahahah!!!
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