domenica, maggio 01, 2016

Venezia

Venezia dormiva distesa nell'ombra come una donna stupenda mollemente adagiata nel suo letto profumato.
Era una mattina di sole, limpida e cristallina; sul cielo azzurro era posata una lievissima lanugine di candide nuvole disposte in grandi strisce nitide fin giù all'orizzonte.
La superficie verde chiara dell'acqua, che un leggero vento muoveva impercettibilmente, era solcata da meravigliosi giochi iridescenti.
Il più autentico fascino di Venezia è la sua natura velata, sognante, segretamente cangiante dei colori.
E' tutto di una tale bellezza che si crede di vivere in un sogno e si è ossessionati dal timore che il miraggio della città sospesa sull'acqua possa scomparire all'improvviso come il gioco di una nuvola contro il sole.
Dalla mia fredda panchina sento il profumo dell'acqua e della pietra umida.
Da qui non posso vedere nulla della città tranne un pezzo di canale e facciate di case disseminate di finestre buie e più sopra, sui tetti, sono posati due comignoli e una delicata strisciolina di cielo azzurro.
Respiro profondamente a pieni polmoni; ascolto il lieve sciabordio di una invisibile barca da carico e il sommesso chiacchiericcio di due invisibili rematori e guardo la sottile striscia di cielo chiaro risplendere sopra i nitidi contorni dei tetti.
E giunge la sera: la città è distesa come una nera silhouette contro il cielo rosso della sera e la laguna luccicante è immersa nell'atmosfera dorata del tramonto.


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