giovedì, maggio 31, 2012

Sotoportego dei Armeni, San Marco, parrocchia di San Zulian

 Per sfuggire ai Turchi durante la guerra per la conquista della Morea, un nobile monaco armeno di Sebaste, Manug di Pietro, detto Mechitar (il consolatore), chiese aiuto alla Repubblica di Venezia e da questa ottenne nel 1717 di potersi stabilire nell'isola di San Lazzaro.
Un tempo rifugio e luogo di cura dei lebbrosi, l’isola in questione aveva preso il nome proprio dal loro protettore S.Lazzaro.
Nell’isola Mechitar potè continuare l’opera di bontà interrotta dall’invasione turca, raccogliendo intorno a sé gli esuli armeni e costituendo la Comunità dei Padri Armeni Mechitaristi.
Furono così raccolte a Venezia le più importanti opere della cultura Armena.
Nel 1789 l’istituzione si arricchì di una tipografia poliglotta che divenuta con il tempo famosa e continuò a lungo la sua attività.
Ma  già dal 1200 gli Armeni erano insediati a Venezia, vicino a San Marco in parrocchia San Zulian.
Fu centro commerciale dedito soprattutto a mercanzie fatte con pellicce di ermellino (o armellino, da cui Armenia), borse, scarpe, pellicce, giacche e cibi tipici orientali. 
Con il trascorrere degli anni l’area circostante, compresa tra Sotoportego dei Armeni, Calle dei Armeni, Calle Fiubera e San Zulian, divenne un vero e proprio centro commerciale armeno: in Calle Fiubera si fabbricavano e si vendevano fibbie e cinture; nella Marzaria di San Zulian  si potevano comperare, giorno e notte, mercanzie di ogni tipo: borse, sete, monili, giacche di ermellino,  la cui pelliccia era apprezzata soprattutto da dignitari e sovrani.
Non mancavano cibi di ogni genere, dal pesce fritto ai pistacchi, dagli involtini di foglia di vite ai tipici dolci caserecci e si poteva sorseggiare un’ombra (un bicchiere) di malvasia o un bicchierino di oghì, un distillato all’anice ancor oggi diffuso in oriente, che si beve puro, oppure allungato con acqua.
La Hay Dun, la Casa Armena, dono del doge Pietro Ziani (1172-1178), era una specie di Hospitale (albergo) per i poveri, i viaggiatori, i commercianti armeni di passaggio a Venezia.
Fu più volte rifatta lungo i secoli e oggi non è più abitata dagli armeni.
Lungo il sotoportego Dei Armeni si trova una porticina che immette nella Chiesa di Santa Croce degli Armeni, della quale esternemente è visibile solamente il piccolo campanile 'a cipolla' del 1500.
Fu concessa fin dal 1200 agli Armeni e ampliata in forme barocche nel 1600.
La chiesa è, ininterrottamente fin dal 1200, luogo di culto aperto per le funzioni religiose, attualmente tenute solamente la domenica mattina dai Padri Mechitaristi del monastero dell'isola di San Lazzaro degli Armeni.

4 commenti:

Lara ha detto...

Quante informazioni interessanti ci hai lasciato, cara Trillina!
Non ne conoscevo neanche la metà :(
Grazie quindi e un abbraccio.
Lara

Angelo azzurro ha detto...

Ho visitato l'isola di San Lazzaro lo scorso anno: E' scrigno di autentiche meraviglie davvero

Kylie ha detto...

Anch'io ho visitato l'isola di San Lazzaro. Mio cugino per anni ha amministrato le loro proprietà. Sono ricchissimi!

Un bacio e buon venerdì!

Anna-Marina ha detto...

Io ci sono stata quando i miei figli erano piccoli piccoli, bisognerà tornare, magari assieme...ci venite?