Per
sfuggire ai Turchi durante la guerra per la conquista della Morea, un
nobile monaco armeno di Sebaste, Manug di Pietro, detto Mechitar (il
consolatore), chiese aiuto alla Repubblica di Venezia e da questa
ottenne nel 1717 di potersi stabilire nell'isola di San Lazzaro.
Un tempo rifugio e luogo di cura dei lebbrosi, l’isola in questione
aveva preso il nome proprio dal loro protettore S.Lazzaro.
Nell’isola Mechitar potè continuare l’opera di bontà interrotta
dall’invasione turca, raccogliendo intorno a sé gli esuli armeni e
costituendo la Comunità dei Padri Armeni Mechitaristi.
Furono così raccolte a Venezia le più importanti opere della cultura
Armena.
Nel 1789 l’istituzione si arricchì di una tipografia poliglotta che
divenuta con il tempo famosa e continuò a lungo la sua attività.
Ma già dal 1200 gli Armeni erano insediati a Venezia, vicino a San Marco in parrocchia San Zulian.
Fu centro commerciale dedito soprattutto a mercanzie fatte con
pellicce di ermellino (o armellino, da cui Armenia), borse, scarpe,
pellicce, giacche
e cibi tipici orientali.
Con il trascorrere degli anni l’area circostante, compresa
tra Sotoportego dei Armeni, Calle dei Armeni, Calle Fiubera e San
Zulian, divenne un vero e proprio centro commerciale armeno: in Calle
Fiubera si fabbricavano e si vendevano fibbie e cinture; nella Marzaria
di San Zulian si potevano comperare, giorno e notte, mercanzie di
ogni tipo: borse, sete, monili, giacche di ermellino, la cui pelliccia era apprezzata soprattutto da
dignitari e sovrani.
Non mancavano cibi di ogni genere, dal pesce fritto ai
pistacchi, dagli involtini di foglia di vite ai tipici dolci caserecci e si poteva sorseggiare un’ombra (un bicchiere) di malvasia o un
bicchierino di oghì, un distillato all’anice ancor oggi diffuso in
oriente, che si beve puro, oppure allungato con acqua.
La Hay Dun, la Casa Armena, dono del doge Pietro Ziani (1172-1178), era una specie di Hospitale (albergo) per i
poveri, i viaggiatori, i commercianti armeni di passaggio a Venezia.
Fu più volte rifatta
lungo i secoli e oggi non è più abitata dagli armeni.
Lungo il sotoportego Dei Armeni si trova una porticina che immette nella Chiesa di Santa Croce degli Armeni,
della quale esternemente è visibile solamente il piccolo campanile 'a cipolla' del 1500.
Fu concessa fin dal 1200 agli Armeni e ampliata in forme barocche nel 1600.
La chiesa è, ininterrottamente fin dal 1200, luogo di culto aperto per le funzioni religiose,
attualmente tenute solamente la domenica mattina dai Padri Mechitaristi del monastero dell'isola di San Lazzaro degli Armeni.
4 commenti:
Quante informazioni interessanti ci hai lasciato, cara Trillina!
Non ne conoscevo neanche la metà :(
Grazie quindi e un abbraccio.
Lara
Ho visitato l'isola di San Lazzaro lo scorso anno: E' scrigno di autentiche meraviglie davvero
Anch'io ho visitato l'isola di San Lazzaro. Mio cugino per anni ha amministrato le loro proprietà. Sono ricchissimi!
Un bacio e buon venerdì!
Io ci sono stata quando i miei figli erano piccoli piccoli, bisognerà tornare, magari assieme...ci venite?
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