martedì, marzo 30, 2010

Pinuccia mi ha mandato questa imail: il racconto mi è sembrato così bello, così dolcemente nostalgico,così delicato che voglio farvelo leggere. Ricordo con tanta nostalgia la grande cucina della nonna, che in effetti era la mia bisnonna, i pomeriggi passati con Pinuccia, le serate sul terrazzino, le prime sigarette fumate di nascosto con la sua complicità, la sensazione di essere "grande", la più bella settimana delle mie vacanze che si ripeteva ogni anno con mia grande gioia.

" ZIA TITI'

Nelle vecchie foto color seppia cerco invano il volto della zia Titi .Ti ricordi zia Titi' quando insieme andavamo alla fiera del paese ?
La fiera a Salemi c'era due volte all'anno : l'ultima domenica di Maggio e l'ultima
domenica di Settembre . Allora non c'erano i supermercati e tutti , grandi e piccini , aspettavamo con ansia la fiera per comprare quello che normalmente non si trovava nei negozi di  paese . I grandi compravano botti , scale , panieri, caraffe , bacinelle e tutto ciò che poteva servire anche per la campagna...e i piccoli potevano finalmente avere qualche giocattolo a buon mercato che li rendeva felici fino alla prossima fiera .
Tu mi compravi sempre qualcosa … non so … un ninnolo , una collanina , una
bambolina … Conservo ancora , fra le cose più care ,la collana con le perle di vetro gialle e blu ,il borsellino ricamato con i corallini , i bambolottini di celluloide ,la borsettina di paglia ….
Quanti ricordi e quanta nostalgia ! Ero felice con te . Chiudo gli occhi e sento la dolce fragranza del tuo profumo in una bottiglietta blu ; sempre lo stesso...”Contessa azzurra , mi pare si chiamasse .
E le nostre passeggiate “ romantiche “ ? Tutte le sere , all'imbrunire , lungo il corso di via Marsala ? Ti preparavi con cura ,col vestito di seta bianco e nero elegante in estate o , d'inverno , con il cappotto blu .i guanti e la borsetta , due gocce di profumo ( anche a me , naturalmente !) e...via a passeggiare avanti e indietro , avanti e indietro e poi ...incrociavamo don Ciccio Fiorentino ,il tuo spasimante discreto e fedele (non si é mai sposato , sai ?) Lui con rispetto si toglieva il cappello facendo un inchino , tu ,con un sorrisetto compiacente , rispondevi chinando appena la testa e ...via di nuovo avanti e indietro e l'inchino e il sorriso . Poi si faceva buio ,si accendevano i lampioni ,ma non ci si vedeva molto bene e allora ,una volta ,ti chiesi : " ma zia Titi ,come fa lui a vedere che tu lo saluti con la testa , se non ci si vede ?" e tu , dolcemente : " lo sa ...lo sa..." .
Don Ciccio era di famiglia borghese,impiegato "di concetto " alle Poste ,ma non ti poteva sposare perché la nonna era rimasta vedova ,i figli già tutti sistemati e tu, la più grande ,dovevi occuparti di lei e poi credo avessero liquidato la faccenda dicendo che non era " alla tua altezza ! " e questa io non la capivo proprio ! tu eri piccola ,minuta, e lui...si ...era un po' tarchiato ma , senz'altro più alto di te e non era neanche male.
Non ricordo il suono della tua voce , forse perché parlavi poco e con tono pacato, non eri mai arrabbiata e ci volevamo un bene dell'anima .
Avevi uno scialletto blu,lungo e stretto e con polsini alle estremità . Era lavorato a maglia con la forcella e formava tanti morbidi volantini . Era la mia passione, lo mettevo in testa , puntato per un polsino e lo scialletto mi pendeva lungo le spalle e io me ne andavo in giro pavoneggiandomi orgogliosa della mia lunga chioma fluente .
Al pomeriggio , quando non c'era più nulla da fare ,nella grande cucina ti sedevi accanto al focolare e sferruzzavi mentre io ,dietro alla tua sedia ,in piedi su uno sgabellino ,ti pettinavo per delle ore ...ancora ho nelle mani la sensazione dei tuoi capelli corti, morbidi e un po' ricciuti .
Avevi un uccellino ,un usignolo,nella sua gabbietta sul balcone in estate o ,in cucina d'inverno e cantava sempre . A volte chiudevi i vetri della finestra e del balcone e aprivi la porticina della sua gabbietta e lui usciva e subito volava sulla tua spalla e vi rimaneva appollaiato per un bel po' mentre tu facevi i tuoi lavori .
Poi , un brutto giorno te ne andasti , in punta di piedi ,dolcemente cosi come eri
sempre vissuta . L'uccellino non cantò più , si rifiutò di mangiare e due giorni dopo lo trovammo morto con il capino sotto l'ala .
Avevo sette anni .

4 commenti:

Gianna ha detto...

Vero, racconto dolce e delicato che ricorda con nostalgia il ritratto della persona amata.

Aliza ha detto...

che tenero racconto Trillina...è stato un piacere leggerlo. Ciao

Kylie ha detto...

I bei ricordi.

Un abbraccio e buona giornata!

Anna-Marina ha detto...

Accipicchia, mi hai fregata! Dovevo pubblicarlo io. Tu non sai quanto siamo state a telefono perchè dovevo insegnarle come inserirlo nella mail.La solita sorella maggiore che fa tutto per prima!!!E io lo pubblico lo stesso.....e glielo dico alla mamma.
Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa