mercoledì, ottobre 15, 2008

Viva la Lega

Negli anni '70, fresca di diploma magistrale e specializzazione nell'insegnamento ai bambini portatori di handicap, ho fatto diverse supplenze in quelle "classi", per non parlare del doposcuola nelle stesse "classi".
Poi le "classi speciali" sono state eliminate ed i bambini sono stati inseriti nelle "classi normali".
Si è parlato di inserimento, integrazione, aiuto reciproco, i bambini "normali" avrebbero aiutato gli "altri" che sarebbero stati anche stimolati.
Ma, quelli, erano altri tempi!
Ora si fanno "classi speciali" per gli stranieri, poi verranno i "condomini" per stranieri, sulle vetrine dei negozi comparirà il cartello "VIETATO ENTRARE A ...", uguale a quel cartello che, mi viene raccontato, si trovava sulla vetrina di un negozio in Svizzera, ma allora c'era scritto:
"VIETATO ENTRARE AGLI ITALIANI"

Un'alternativa ci sarebbe: lasciamo che i ragazzi crescano insieme, la società che li attende è sicuramente mista; affianchiamo a questi ragazzi stranieri un insegnante che in orario extrascolastico integri la loro scarsa conoscenza dell'italiano. I bambini sanno guardare gli stranieri con occhi giusti e, se non sono influenzati dagli adulti, non danno importanza al colore della pelle, agli occhi a mandorla o a qualsiasi altra differenza.


3 commenti:

duhangst ha detto...

Concordo pieno, sono queste generazioni che svolgeranno un ruolo decisivo per l'integrazione.
E noi li dividiamo.

Anna-Marina ha detto...

Non ho parole: torniamo al maestro unico (oddio, io sono una maestra, devo cambiare sesso?)scivolando nel tempo di un bel po' di anni, di classi speciali precipitando vergognosamente ancora più in là, di ronde notturne e siamo al fascismo....io quasi quasi domani vado a manifestare nello Stato Pontificio!

Aliza ha detto...

cara Trillina quanto condivido il tuo post. Quanto sono brutti e pericolosi questi discorsi dei leghisti, mascherati da buone intenzioni, in realtà profondamente razzisti e fuori dalla realtà. Perchè la realtà è questa, e prima impariamo a convivere, meglio è (veramente) per tutti. Ciao